Scadenze fiscali marzo 2024: le date da segnare in calendario

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Nel mese di marzo, due date da annotare in rosso sul calendario sono il 15 e il 18 marzo, poiché rappresentano importanti scadenze fiscali. Il 15 marzo è significativo per la proroga della rottamazione quater, un’appuntamento cruciale per i contribuenti che desiderano aderire o beneficiare di questa particolare agevolazione fiscale. Il 18 marzo, invece, è il termine entro il quale è necessario inviare i dati relativi alle spese sostenute per gli asili nido. Questi dati saranno inseriti nella dichiarazione dei redditi precompilata, rendendo fondamentale la loro corretta trasmissione. In sintesi, è importante tenere a mente queste scadenze fiscali per garantire il rispetto delle normative e la corretta compilazione delle dichiarazioni dei redditi.

8 marzo primo promemoria

La prima data da tenere a mente è l'8 marzo. In questa giornata, i contribuenti hanno il diritto di fare opposizione per le spese sanitarie sostenute. Quest’operazione può essere eseguita tramite l’accesso all’area riservata del sito dedicato del Sistema Tessera Sanitaria, utilizzando la tessera sanitaria TS-CNS o lo Spid per l’autenticazione. I contribuenti interessati devono inserire i dati relativi alle spese sanitarie sostenute nel corso del 2023. È necessario indicare anche le prestazioni che non sono state erogate parzialmente o completamente. Queste informazioni sono cruciali per comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati utili alla predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata.

15 marzo: rottamazione quater

Tra le scadenze fiscali più importanti del mese, il 15 marzo 2024 è una data cruciale per i contribuenti che devono mettersi in regola con la rottamazione quater. A seguito della conversione in legge del DL Milleproroghe, è stata concessa una proroga della misura, consentendo l’accesso anche ai cosiddetti “decaduti”, coloro che non hanno rispettato i termini del proprio piano rateale nel 2023. Inoltre, sono state previste delle dilazioni dei tempi per i contribuenti residenti nei territori colpiti dalle alluvioni nel maggio 2023. Nel caso in cui il contribuente effettui il versamento integrale delle rate non pagate fino a questo momento, potrà rientrare nei termini della pace fiscale. Sempre il 15 marzo, è prevista una scadenza fiscale che coinvolge le associazioni senza scopo di lucro in regime agevolato: questi soggetti devono versare l’IVA e registrare i corrispettivi.

Scadenze fiscali per il 18 marzo

Una delle scadenze fiscali più importanti per i genitori è il 18 marzo. Questa è l’ultima data utile per gli asili nido pubblici o privati, nonché per qualsiasi altro soggetto che abbia ricevuto pagamenti di rette, per comunicare i dati necessari alla dichiarazione dei redditi precompilata per l’accesso agli asili nido. I dati da comunicare includono le informazioni necessarie per identificare le spese sostenute nel corso del 2023, relative alla frequenza dei figli all’asilo nido e ai servizi formativi offerti. È importante che i genitori rispettino questa scadenza per garantire la corretta registrazione delle spese e l’inclusione nella dichiarazione dei redditi.

Data finale del 31 marzo

Entro il 31 marzo 2024, i genitori con figli minorenni o maggiorenni portatori di handicap che si trovano in stato di bisogno hanno la possibilità di richiedere un contributo all’INPS, a condizione che sussistano determinate motivazioni. Per effettuare questa richiesta, è necessario accedere al servizio dedicato denominato “Contributo per genitori separati o divorziati per garantire la continuità dell’erogazione dell’assegno di mantenimento”. Per poter accedere a questo contributo, i genitori interessati devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • Non devono aver ricevuto l’assegno di mantenimento, totalmente o parzialmente;
  • L’inadempienza della controparte deve essere causata dalla riduzione o sospensione dell’attività lavorativa a causa dell’emergenza Covid;
  • La sospensione dell’attività lavorativa deve essere avvenuta dall'8 marzo 2020 per un periodo minimo di novanta giorni, oppure deve esserci stata una riduzione del reddito pari ad almeno il 30% rispetto a quello percepito nel 2019. Il reddito nel periodo in cui il mantenimento è stato ridotto o sospeso deve essere inferiore a 8.174 euro. Il contributo corrisponde all’importo dell’assegno di mantenimento, con un limite massimo di 800 euro mensili.

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Scritto dal Team Editoriale di Auxilia (GISDATA)