Le nuove direttive UE sui veicoli commerciali: cosa devono sapere i titolari di Partita IVA

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Nel 2025, l’Unione Europea ha introdotto un pacchetto di nuove direttive pensate per accelerare la decarbonizzazione dei trasporti e promuovere una mobilità più sostenibile. Tra le categorie maggiormente interessate ci sono i veicoli commerciali leggeri, spesso utilizzati da artigiani, tecnici, agenti e microimprese per attività operative quotidiane. Le nuove norme hanno impatti concreti per chi ha Partita IVA e lavora su strada, sia dal punto di vista delle scelte di acquisto che della gestione fiscale e operativa dei mezzi. Il punto centrale delle nuove direttive riguarda l’introduzione di limiti più severi alle emissioni di CO₂ per i veicoli commerciali immatricolati a partire dal 2026. Questo significa che i costruttori dovranno immettere sul mercato furgoni e mezzi leggeri con consumi più efficienti o, preferibilmente, a trazione elettrica o ibrida plug-in. Ma il cambiamento non riguarda solo i produttori: chi acquista e utilizza questi veicoli in ambito professionale sarà chiamato a fare scelte più consapevoli, anche alla luce di incentivi, deduzioni e limitazioni alla circolazione.

Tra le misure previste vi sono:

• L’obbligo di dotarsi di mezzi a basse emissioni per l’accesso ad alcune ZFE (Zone a Emissioni Zero), che diventeranno sempre più diffuse nei grandi centri urbani.

• Incentivi all’acquisto per veicoli commerciali elettrici, con contributi fino al 40% del prezzo per microimprese e liberi professionisti, condizionati però alla rottamazione di un veicolo Euro 4 o inferiore.

• La possibilità di dedurre fiscalmente in misura maggiore i costi operativi (assicurazione, manutenzione, energia) per veicoli elettrici o ibridi rispetto a quelli diesel e benzina.

Per un professionista con Partita IVA, tutto questo implica la necessità di valutare attentamente l’impatto economico e strategico dell’adozione di un nuovo mezzo. Se da un lato i veicoli a combustione resteranno in circolazione ancora per anni, dall’altro i costi legati alla loro gestione (accesso limitato ai centri, carburante, sanzioni ambientali) tenderanno a salire, mentre i vantaggi economici saranno sempre più legati alla sostenibilità.

Anche la tracciabilità dell’utilizzo professionale dei veicoli sarà potenziata: le direttive incoraggiano l’uso di sistemi digitali per monitorare i chilometri percorsi, i consumi e la destinazione d’uso. In questo senso, strumenti come la carta carburante digitale Auxilia rappresentano una risorsa chiave, perché permettono di gestire in modo preciso e automatico tutte le spese legate alla mobilità, creando report facilmente condivisibili con il proprio consulente fiscale o in sede di controlli. Infine, è previsto un rafforzamento delle regole sui fringe benefit aziendali per veicoli concessi a collaboratori o soci: sarà necessario dimostrare un uso professionale prevalente e l’adeguamento alle norme ambientali locali, pena la perdita delle agevolazioni.

In conclusione, le nuove direttive UE non sono un passaggio tecnico. Sono un segnale forte: la mobilità del professionista non può più essere improvvisata o gestita solo sulla base del prezzo d’acquisto. Deve diventare una scelta strategica, digitale, sostenibile e fiscalmente intelligente. E chi comincia a prepararsi ora, sarà in vantaggio nei prossimi anni.

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Scritto dal Gruppo OverForm Group s.a.s