Il panorama delle pensioni in Italia nel 2024 è segnato da una serie di sfide e incertezze. Il governo guidato da Meloni sta cercando soluzioni “tampone” per affrontare la questione delle pensioni, ma è chiaro che non ci sono risorse sufficienti per una vera riforma che superi in modo netto la legge Fornero. Il confronto tra sindacati e governo sembra stagnare, e ogni partito della maggioranza politica cerca di avanzare proposte per promuovere la propria agenda. Uno dei punti focali è la promessa elettorale della Lega di Salvini riguardo a quota 41, che consentirebbe il pensionamento anticipato a chi ha accumulato 41 anni di contributi. Tuttavia, questa promessa costerebbe circa 4 miliardi di euro, e la sua attuazione rimane incerta. Allo stesso tempo, sembra probabile che si vada verso una conferma degli attuali regimi pensionistici, tra cui quota 103 e gli anticipi per lavori usuranti e gravosi.
Nel 2024, alcune delle prospettive per il sistema pensionistico italiano includono la possibilità di ulteriori modifiche a quota 103, che consentirebbe il pensionamento anticipato per i lavoratori con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Inoltre, si sta valutando la possibilità di estendere l’Ape sociale, che rappresenta un anticipo pensionistico per i lavori gravosi, per includere tutte le categorie di lavoratrici precedentemente garantite da Opzione donna. Tuttavia, la ricerca di finanziamenti per queste misure rimane una sfida. In particolare, l’Opzione donna versione 2023 ha requisiti stringenti e poco convenienti, e i sindacati stanno puntando a un ritorno ai requisiti precedenti al 2022, anche se questo comporterebbe costi elevati.
Si riapre il discorso sulla pensione anticipata “Opzione Donna”. Il Ministro del lavoro Marina Calderone aveva più volte annunciato modifiche dopo che la legge di bilancio 197 2022 ne ha ristretto pesantemente i requisiti di accesso.
Erano inoltre state annunciate alcune bozze di modifica e proiezioni di spesa al vaglio del Ministero dell’economia.
Il Documento di economia e finanza del mese di marzo non ha però evidenziato alcuna risorsa a disposizione per il capitolo pensioni, ma sembra che il Ministro del lavoro stia chiedendo l’inserimento di modifiche sul tema del regime Opzione donna. Ricordiamo di seguito i principali aspetti della disciplina.
Il diritto alla pensione Quota 103 si consegue al raggiungimento, entro il 31 dicembre 2023 dei seguenti requisiti:
La circolare 27 precisa che resta fermo il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico.
I soggetti che conseguono il diritto possono presentare la domanda per il relativo trattamento anche successivamente.
Sono interessati in particolare gli iscritti: