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Le accise sulla benzina rappresentano imposte dovute dalle imprese produttrici e distributrici di carburanti allo Stato. Queste imposte sono pagate dal consumatore in quanto sono incluse nel prezzo finale di vendita del prodotto acquistato. Dal 1995, le accise sono state consolidate in un’unica tariffa indifferenziata che contribuisce al finanziamento del bilancio statale e supporta il Governo nell’affrontare emergenze legate a disastri naturali o eventi militari. Attualmente, queste accise possono arrivare a costituire oltre il 50% del costo totale del carburante. Una delle novità introdotte dalla riforma fiscale del 2024 è la possibilità per il Governo di effettuare tagli alle accise sui prodotti energetici destinati all’uso civile, tenendo conto dei potenziali aumenti rispetto al mese precedente.
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L’attuale aumento dei prezzi dei carburanti sta riaccesa la discussione sulla necessità di ridurre le accise su benzina e diesel. Con il costo della benzina che supera i 2 euro al litro presso le stazioni self-service in autostrada, le opposizioni politiche stanno spingendo per un taglio di queste imposte.
La promessa di riduzione delle accise fatta in passato dalle forze politiche di opposizione, così come dalla premier Meloni, è al centro della critica. Tuttavia, l’implementazione di questa misura presenta sfide significative, dato che le accise rappresentano un’importante fonte di entrate per lo Stato.