La stretta europea su emissioni e mobilità: cosa significa per chi ha la Partita IVA
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Negli ultimi anni l’Unione Europea ha accelerato sensibilmente il percorso verso la decarbonizzazione, imponendo standard ambientali sempre più stringenti. Il settore della mobilità, e in particolare quello dei trasporti su gomma, è uno dei principali bersagli di queste politiche, in quanto responsabile di una quota rilevante delle emissioni di CO₂. Ma mentre le grandi flotte aziendali stanno già attuando piani di conversione all’elettrico o all’ibrido, per i professionisti con Partita IVA che utilizzano l’auto per lavoro, le conseguenze di questa transizione sono ancora poco chiare e spesso sottovalutate. Entro il 2035, come stabilito dal Parlamento Europeo, sarà vietata la vendita di nuove auto a motore termico (benzina e diesel) all’interno dell’UE. Ma il cambiamento non avverrà tutto in un colpo: già dal 2025-2026 molte città europee (e italiane) introdurranno restrizioni locali per l’accesso ai centri urbani, limitando la circolazione ai soli veicoli elettrici o a bassissime emissioni. Questo significa che chi lavora in mobilità, come agenti di commercio, consulenti, installatori, artigiani e tecnici, dovrà adattarsi a normative diverse da città a città.
Per chi utilizza una vettura diesel Euro 5 o benzina Euro 4, il rischio è concreto: nei prossimi 12-24 mesi, l’accesso a determinate aree potrebbe essere vietato o fortemente limitato, con sanzioni importanti per chi non si adegua. In parallelo, le amministrazioni locali stanno aumentando le ZFE (Zone a Emissioni Zero) e i varchi controllati da telecamere, il che rende sempre più rischioso e costoso lavorare su strada senza un mezzo aggiornato. Ma non si tratta solo di mobilità. Il nuovo quadro normativo prevede anche una revisione delle agevolazioni fiscali legate all’uso professionale dei veicoli: le auto elettriche o ibride plug-in potranno beneficiare di deduzioni più alte, di un trattamento agevolato sui fringe benefit e di incentivi all’acquisto. Al contrario, i veicoli più inquinanti potrebbero vedere ridursi o scomparire alcune delle deduzioni oggi disponibili.
Per i professionisti autonomi, questo significa dover ripensare non solo al proprio mezzo di trasporto, ma all’intera strategia di mobilità. È consigliabile iniziare a raccogliere dati concreti: quanti chilometri si percorrono al mese, dove si guida più spesso, quante soste si fanno in zone ZTL, quanto incidono realmente carburante e manutenzione sul bilancio. In base a queste informazioni, si può valutare se e quando convenga effettuare un cambio di veicolo, oppure sfruttare piattaforme digitali come Auxilia per ottenere una rendicontazione precisa e pianificare un’evoluzione graduale. In definitiva, la stretta europea non è solo una questione ambientale o politica: è una nuova cornice operativa che influenzerà in modo concreto ogni professionista su strada. Farsi trovare impreparati significa rischiare costi extra, ritardi nei servizi e riduzione della competitività. Agire ora, invece, significa trasformare una minaccia in un’opportunità per innovare, semplificare e fare un salto di qualità nella gestione del proprio lavoro.
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Scritto dal Gruppo OverForm Group s.a.s