Inflazione e costi di trasferta: strategie per non perdere margini
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L’inflazione è tornata a essere un fattore centrale nella gestione finanziaria di qualsiasi attività professionale. Per chi lavora con Partita IVA e utilizza frequentemente l’auto per spostamenti legati al lavoro, l’effetto dell’inflazione si riflette direttamente sui costi di trasferta, incidendo in modo silenzioso ma costante sulla redditività delle missioni e sull’equilibrio economico dell’attività. Aumenti di carburante, manutenzione, pedaggi, assicurazioni e perfino pasti fuori sede contribuiscono a ridurre i margini operativi, soprattutto se non sono monitorati e gestiti con attenzione. Nel 2025 l’inflazione in Italia si è attestata su valori ancora superiori alla media storica, spinta da instabilità energetiche, rialzi delle materie prime e da una generale revisione dei listini in vari settori. In particolare, i costi del carburante hanno registrato aumenti del 5-8% rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre le spese accessorie legate all’uso del veicolo (pneumatici, tagliandi, piccoli interventi) sono aumentate in media del 10%. Per un professionista che percorre centinaia o migliaia di chilometri al mese, questo si traduce in centinaia di euro in più all’anno, spesso non recuperati se i propri compensi sono rimasti invariati.
Per affrontare questo scenario, la prima mossa è trasformare i costi di trasferta da voce passiva a dato strategico. Ciò significa raccogliere e analizzare regolarmente tutte le spese legate aglispostamenti: carburante, autostrade, parcheggi, vitto e alloggio. Strumenti come la carta carburante digitale Auxilia permettono di automatizzare buona parte del tracciamento, generando report dettagliati che aiutano a capire dove intervenire per ottimizzare. La seconda strategia è ripensare la struttura delle trasferte: raggruppare appuntamenti nella stessa area geografica, ridurre le missioni non indispensabili, valutare alternative come videochiamate o collaborazioni locali. Ogni chilometro risparmiato, oggi, ha un peso economico superiore rispetto al passato.
Importante anche ricalcolare le tariffe dei propri servizi, includendo esplicitamente il costo di trasferta come voce separata o come maggiorazione per interventi fuori sede. In molti settori professionali, la trasparenza sui costi accessori è apprezzata dai clienti e consente di proteggere i propri margini senza generare conflitti. Infine, per chi lavora spesso su strada, può essere utile creare un budget mensile fisso dedicato alle trasferte, da aggiornare in base all’andamento dei prezzi reali. Questo consente di prevenire squilibri di cassa, pianificare eventuali aumenti di prezzo e valutare con maggiore lucidità l’efficacia economica delle missioni svolte.
In un contesto economico instabile, l’agilità finanziaria è un superpotere. E chi gestisce bene i costi di trasferta – con strumenti digitali, consapevolezza strategica e capacità di adattamento – sarà sempre in grado di proteggere il proprio lavoro, i propri margini e la propria libertà professionale.
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Scritto dal Gruppo OverForm Group s.a.s