Accise carburanti: quale futuro per i professionisti in mobilità?
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Le accise sui carburanti rappresentano una delle componenti più pesanti del prezzo alla pompa in Italia. Per ogni litro di benzina o diesel acquistato, oltre la metà del costo è costituita da imposte, tasse e contributi parafiscali. Ma cosa succede quando un professionista con Partita IVA, che utilizza l’auto per lavoro ogni giorno, si trova a dover gestire questa voce di spesa? E soprattutto: quale direzione stanno prendendo le politiche fiscali italiane ed europee in merito alle accise nel 2025? Nel primo semestre dell’anno non si sono registrate modifiche sostanziali, ma il dibattito politico si è acceso attorno a due direttrici: da un lato, la necessità di alleggerire la pressione fiscale per le microimprese e i professionisti autonomi, dall’altro, l’obbligo di rispettare gli impegni ambientali europei che puntano a disincentivare l’uso dei carburanti fossili. Il risultato è un equilibrio instabile, in cui ogni nuova misura potrebbe incidere in modo diretto sui costi sostenuti da chi viaggia per lavoro.
In questo scenario, la possibilità di differenziare le accise per usi professionali e non professionali è tornata al centro del confronto tra categorie, sindacati e istituzioni. Alcune proposte in discussione puntano a introdurre una forma di rimborso o deduzione selettiva, basata su una certificazione digitale del consumo. Un’ipotesi che vedrebbe proprio gli strumenti come le carte carburante digitali, come Auxilia, diventare centrali per monitorare e dimostrare l’uso effettivo del carburante per finalità lavorative. Nel frattempo, a livello europeo, si continua a lavorare su un progetto di armonizzazione delle accise tra Paesi membri, con l’obiettivo di evitare distorsioni di mercato e concorrenza fiscale sleale. Se questo processo dovesse accelerare nel 2026, l’Italia potrebbe essere chiamata a rivedere l’intero impianto delle tassazioni sui carburanti, con impatti diretti sui professionisti che si muovono frequentemente anche tra regioni o oltreconfine.
È quindi fondamentale per ogni titolare di Partita IVA restare aggiornato e prepararsi a gestire eventuali cambiamenti. Questo significa, per esempio, mantenere tracciabilità completa di ogni rifornimento, utilizzare strumenti che permettano la suddivisione automatica tra uso personale e uso professionale, e pianificare strategie di contenimento costi nel caso di aumenti improvvisi. Chi viaggia per lavoro, ogni giorno, non può subire le accise in modo passivo. Deve dotarsi di visione, strumenti digitali aggiornati e consapevolezza fiscale. In un contesto che cambia, chi è pronto non solo si difende, ma riesce a trasformare anche la pressione fiscale in un’opportunità per riorganizzare meglio le proprie spese, rendere più efficiente la mobilità e rafforzare la sostenibilità economica del proprio lavoro.
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Scritto dal Gruppo OverForm Group s.a.s