Autovelox: quanti tipi ne esistono e come fanno a rilevare la velocità

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Gli autovelox sono dispositivi che registrano la velocità istantanea dei veicoli che attraversano le strade. Il termine “Autovelox®” è un marchio registrato della società fiorentina Sodi Scientifica, ma è diventato di uso comune per indicare qualsiasi dispositivo in grado di misurare la velocità di un veicolo. Il primo dispositivo per registrare la velocità dei veicoli è stato inventato in Germania alla fine degli anni ‘50. Questo sistema utilizzava onde elettromagnetiche ed era piuttosto complesso. Tuttavia, l’Autovelox come lo conosciamo oggi è stato brevettato dall’ingegnere fiorentino Fiorello Sodi negli anni ‘70. Questo sistema più semplice si basava su sensori di pressione posti a distanze predeterminate lungo la strada e permetteva di calcolare istantaneamente la velocità del veicolo attraverso un semplice calcolo matematico.

Come funziona

Gli autovelox si distinguono per diversi tipi e funzionamenti, dai dispositivi che rilevano la velocità istantanea come gli autovelox, a quelli che monitorano la velocità media in un tratto specifico, come i tutor. Tra i più comuni troviamo quelli noti come “spazio/tempo”, che possono essere sia fissi che mobili. Questi autovelox operano grazie a due fotocellule laser posizionate parallelamente tra loro. Quando un veicolo attraversa il primo fascio laser con la parte anteriore, viene avviato un cronometro. Il cronometro si ferma quando il veicolo attraversa il secondo fascio laser. I dati raccolti vengono quindi inviati a un computer, che già conosce la distanza tra i due fasci laser. Utilizzando la formula velocità=spazio/tempo, il computer calcola la velocità del veicolo. Se la velocità registrata supera il limite impostato dagli operatori di polizia, il dispositivo, dotato di fotocamera e flash per scatti notturni, cattura una foto del veicolo con la targa ben visibile.

Come funziona il telelaser

I telelaser rappresentano strumenti più sofisticati, dotati anche di una videocamera ad alta definizione che registra le immagini dell’automobilista al volante. Questi dispositivi non solo rilevano la velocità, ma sono in grado di individuare altre violazioni del codice della strada, come l’uso non autorizzato della cintura di sicurezza o il parlare al telefono cellulare mentre si guida. Operati da un operatore che li dirige verso il veicolo in questione, i telelaser inviano un fascio laser ad alta frequenza verso l’auto. Un sensore ottico intercetta il segnale di ritorno generato dal riflesso sulla carrozzeria dell’auto. Questo sistema si basa sull’effetto Doppler, che riguarda il cambiamento di frequenza di un’onda elettromagnetica o sonora in movimento. Un esempio comune è il suono della sirena di un’ambulanza, che cambia tonalità a seconda se si avvicina o si allontana dall’ascoltatore. Questo fenomeno è dovuto alla variazione della frequenza delle onde sonore, che diventano più alte durante l’avvicinamento e più basse durante l’allontanamento. Analogamente, il telelaser registra la variazione di frequenza della luce riflessa dal veicolo, poiché l’effetto Doppler dipende dalla velocità della sorgente, in questo caso l’auto. Utilizzando questa informazione, il dispositivo calcola la velocità istantanea del veicolo.

Tolleranza degli Autovelox in Italia

Secondo l’ordinamento italiano, gli autovelox sono soggetti a una tolleranza per compensare una certa percentuale di errore, che può derivare sia da fattori strumentali che da errori umani. Il Codice della Strada stabilisce una soglia di tolleranza in percentuale per questi dispositivi. In Italia, viene applicato uno sconto del 5% sulla velocità massima consentita di 100 km/h, equivalente a 5 km/h. Di conseguenza, se la tolleranza dell’autovelox su una strada con limite di 50 km/h è di 5 km/h, tecnicamente si può circolare a una velocità massima di 55 km/h senza rischiare sanzioni.

Differenza tra Autovelox e Tutor

I Safety Tutor sono dispositivi progettati per rilevare la velocità media in un tratto specifico della strada, a differenza degli autovelox che misurano la velocità istantanea. Questo sistema è stato sviluppato e brevettato da Autostrade per l’Italia, ma è gestito dalla Polizia Stradale. I Tutor calcolano la velocità media di percorrenza su una distanza predeterminata, che può variare dai 15 ai 20 chilometri, delimitata tra due portali. Quando un veicolo attraversa il primo portale, dei sensori integrati nell’asfalto registrano la categoria del mezzo (auto, moto, camion) e attivano una videocamera che cattura una foto della targa, registrando data e orario di passaggio. Il veicolo prosegue fino al portale successivo, dove viene nuovamente registrata la targa insieme a data e orario di transito. Utilizzando questi dati, un elaboratore centrale calcola la velocità media del veicolo. Se la velocità media supera il limite consentito, viene emessa immediatamente una multa; altrimenti, i dati vengono cancellati. La presenza diffusa di questi dispositivi e l’entità delle sanzioni contribuiscono significativamente alla prevenzione degli incidenti stradali. In Italia, sono installati un totale di 10.794 dispositivi di misurazione della velocità, compresi autovelox, Tutor e dispositivi semaforici, il numero più alto in tutta Europa.

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Scritto dal Team Editoriale di Auxilia (GISDATA)