Verso il 100% di Energia da Fonti Rinnovabili entro il 2035
La lotta contro la crisi climatica
Un recente studio commissionato da Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia, e realizzato dal think tank ECCO e da Artelys, sostiene che l’Italia potrebbe raggiungere il 100% di energia da fonti rinnovabili entro il 2035, ma solo se si verifica un significativo cambio di approccio.
Nella lotta contro la crisi climatica, il settore energetico gioca un ruolo cruciale, essendo responsabile del 73,2% delle emissioni di CO2 rilasciate nell’atmosfera. Pertanto, non sorprende che la transizione dalle fonti di energia fossile a quelle rinnovabili sia diventata uno dei pilastri della transizione ecologica. Nel 2022, a causa della guerra in Ucraina e delle preoccupazioni di una possibile carenza di gas, l’energia è diventata una delle principali priorità per i governi europei. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, il conflitto potrebbe persino aver accelerato la transizione verso fonti pulite. A marzo dello scorso anno, l’Unione europea ha stabilito un nuovo obiettivo ambizioso: ottenere almeno il 42,5% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2030.
Situazione in Italia
Ma come si posiziona l’Italia in questa sfida? Nel 2021, il nostro paese ha generato il 18,36% della sua energia primaria da fonti rinnovabili. Sebbene si sia registrato un aumento, il ritmo di crescita è ancora troppo lento. Tuttavia, secondo lo studio presentato oggi a Roma, l’Italia ha tutte le opportunità per raggiungere il 100% di energia da fonti rinnovabili entro il 2035. Il documento, commissionato da Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia e realizzato da ECCO e Artelys, descrive le caratteristiche che un sistema energetico completamente decarbonizzato dovrà avere.
Per raggiungere il traguardo dell’elettricità al 100% da fonti rinnovabili, lo studio stima che sarà necessario un aumento di oltre 90 GW rispetto alla capacità installata nel 2021. Questo valore è leggermente superiore agli 85 GW stimati da Elettricità Futura, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese del settore elettrico italiano. Tuttavia, raggiungere tale obiettivo non sarà un’impresa facile. Lo studio sottolinea la “necessità di un netto cambiamento di ritmo rispetto ai livelli attuali di installazione annuale di capacità rinnovabile”. In altre parole, sarà necessario un incremento di circa otto volte rispetto al ritmo attuale. Nonostante i progressi registrati, le energie rinnovabili in Italia stanno avanzando più lentamente rispetto ad altri paesi. Nel 2022, l’Italia ha installato 3 GW di nuova potenza, mentre la Francia ha raggiunto i 5 GW, la Spagna i 9 GW e la Germania gli 11 GW. Lo studio commissionato dalle tre associazioni ambientaliste stima che l’obiettivo sia raggiungere una capacità installata di circa 250 GW di energie rinnovabili entro il 2035.
Puntando sull’accumulo energetico
Il documento descrive lo scenario proposto come “il percorso più economico per garantire sia l’obiettivo di decarbonizzazione sia la sicurezza energetica”. Tuttavia, non si fa menzione di energia nucleare nel corso delle 29 pagine di analisi. Inoltre, non si prevede l’utilizzo dei sistemi di cattura e stoccaggio della CO2 (Carbon capture and storage), poiché attualmente rappresentano una tecnologia costosa e poco affidabile. Per quanto riguarda il gas, lo studio stima che il suo contributo al mix energetico italiano nel 2035 sarà pressoché nullo. Il documento pone anche un limite all’uso di biomasse, che, sebbene siano fonti rinnovabili, non garantiscono una neutralità carbonica chiara. Inoltre, accanto alla produzione di energia, il tema dell’accumulo energetico diventerà sempre più centrale. Lo studio ECCO-Artelys prevede la necessità di 15 GW di batterie e 11 GW di pompaggi idroelettrici entro il 2030.
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Scritto dal Team Editoriale di Auxilia (GISDATA)