Decarbonizzazione industriale: istruzioni per la domanda

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Hard to Abate-HTA

Con un comunicato stampa del 20 marzo Invitalia, soggetto gestore della misura “Hard-To-Abate”, informa che dalle ore 10:00 del 20 marzo e fino alle ore 10:00 del 30 giugno 2023, è possibile presentare la domanda per Hard to Abate-HTA, il nuovo incentivo che sostiene progetti di investimento e di ricerca e sviluppo per la decarbonizzazione dei processi industriali (principalmente attraverso l’utilizzo di idrogeno a basse emissioni di carbonio) nei settori oggi più inquinanti e difficili da riconvertire e che utilizzano i combustibili fossili come fonte di energia (produzione di cemento, cartiere, produzione di ceramica, industrie del vetro, ecc.).
Viene specificato che HTA è promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con dotazione finanziaria che ammonta a 1 miliardo di euro a valere sulle risorse messe a disposizione dalla Missione 2, Componente 2 del PNRR per l’attuazione dell’Investimento 3.2 “Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate”.
La domanda di agevolazioni può essere presentata anche in forma congiunta (tramite contratto di rete o altre forme contrattuali di collaborazione), fino ad un massimo di 5 soggetti.
La dotazione finanziaria di 1 miliardo è ripartita come segue:

  • 450 milioni per il finanziamento di progetti di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale per l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio e di progetti di investimento per la produzione di idrogeno rinnovabile
  • 550 milioni per il finanziamento di progetti di investimento che prevedono l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio in processi industriali.

Le agevolazioni sono concesse nella sola forma di contributo a fondo perduto. Tutte le regole operative sono dettate dal Decreto Direttoriale MASE del 15 marzo 2023.

I beneficiari

L’incentivo Hard to Abate - HTA è rivolto a:

  • imprese di qualsiasi dimensione
  • organismi di ricerca
    Nel dettaglio, possono beneficiare delle agevolazioni le imprese di qualsiasi dimensione, anche in forma congiunta, e gli Organismi di Ricerca (in qualità di co-proponenti) che intendono realizzare un piano di decarbonizzazione industriale.
    I Piani di decarbonizzazione presentati in forma congiunta devono essere realizzati mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, a cui possono partecipare massimo 5 soggetti, ivi compreso il soggetto capofila e previa indicazione dello stesso.

I progetti ammissibili

I Piani di decarbonizzazione industriale devono prevedere in alternativa la realizzazione di:

  • un progetto di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale per l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio in processi industriali (Capo II: Decreto Direttoriale), eventualmente abbinato, in modo connesso e funzionale in relazione all’obiettivo comune del Piano di decarbonizzazione industriale da realizzare, a un progetto di investimento per la produzione di idrogeno rinnovabile;

  • un progetto di investimento che preveda l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio in processi industriali (Capo III: Decreto Direttoriale), eventualmente abbinato, in modo connesso e funzionale in relazione all’obiettivo comune del Piano di decarbonizzazione industriale da realizzare a:

    • un progetto di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale per l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio;
    • un progetto di investimento per la produzione di idrogeno rinnovabile;
  • un progetto di investimento per la produzione di idrogeno rinnovabile in sostituzione di idrogeno grigio (Capo IV: Decreto Direttoriale). Ogni progetto deve prevedere costi e spese ammissibili non inferiori a 500 mila euro.
    Il piano di decarbonizzazione deve essere ultimato entro 36 mesi dalla data di concessione delle agevolazioni e comunque entro e non oltre l’11 maggio 2026, se antecedente. Il piano di decarbonizzazione deve rispettare il principio DNSH (Do No Significant Harm).

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Scritto dal Team Editoriale di Auxilia (GISDATA)