Stop alle auto inquinanti dal 2035: Ue rinvia tutto
Slitta di nuovo il voto sullo stop alle auto inquinanti dal 2035
Il Comitato dei Rappresentanti Permanenti (Coreper) ha deciso di rinviare il voto relativo allo stop sulla vendita di auto nuove diesel e benzina dal 2035. Il portavoce della presidenza svedese, Daniel Holmberg, afferma: “Il Coreper tornerà sulla questione a tempo debito".
Il rinvio del voto si è reso necessario alla luce della minoranza di blocco formatasi in Consiglio: Polonia e Ungheria hanno annunciato che voteranno contro, mentre la Bulgaria ha detto che si asterrà (l’astensione vale come voto contrario). La Germania resta in bilico: il partito liberale ha frenato sulla decisione, mentre Verdi e Socialdemocratici sarebbero propensi allo allo stop del 2035.
Favorevoli e contrari
La Polonia si oppone totalmente all’adozione del regolamento in materia di emissioni di C02, contestando soprattutto “l’aumento degli oneri per i cittadini” che ne conseguirebbe.
Lo spiegano fonti diplomatiche europee, sottolineando che la “legislazione dell’Ue dovrebbe creare un incentivo per i produttori di automobili affinchè offrano veicoli a zero emissioni al minor costo possibile per i cittadini”, alleviando dunque l’onere sui consumatori.
Il Ministro francese Roland Lescure ha invece confermato che la Francia sta lavorando affinché venga rispettato lo stop al 2035: “Stiamo lavorando sui dettagli per assicurarci che questo impegno comune sia in vigore quando dovrà esserlo: l’industria si sta organizzando per trovare il giusto percorso, ma questo deve essere in linea con l’obiettivo”, ha dichiarato
Italia: da pro a contro
Con il cambio di Governo da Mario Draghi a Giorgia Meloni, l’Italia ha rivisto la sua posizione.
Per il nuovo governo il termine del 2035 che mette al bando l’uso delle auto a motore è troppo breve, sia per permettere ai cittadini di adeguarsi, sia per le industrie italiane che dovrebbero produrle, smantellando di fatto un’intera filiera.
Meloni dichiara: “Giusto puntare a zero emissioni di CO2 nel minor tempo possibile, ma deve essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico. È questa la linea italiana che ha trovato largo consenso in Europa”.
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto afferma che l’elettrico non può essere l’unica soluzione del futuro. “Puntare sui carburanti rinnovabili - spiega il Ministro - “è una soluzione strategica e altrettanto pulita, che consente di raggiungere importanti risultati ambientali, evitando pesanti ripercussioni negative in chiave occupazionale e produttiva”.
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Scritto dal Team Editoriale di Auxilia (GISDATA)