Casa: tassi per nuovi mutui salgono al 2,73%
Il rapporto mensile dell’Abi evidenzia una crescita a ottobre per le nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni rispetto al 2,26% del mese precedente.
Tassi sui mutui della casa: rapporto Abi
Gli scorsi 4-5 anni, l'80% dei nuovi mutui era a tasso fisso e anche per questo effetto di “immunizzazione” non ci si attende un importante aumento delle sofferenze su questo comparto. Intanto i costi di gestione dei conti correnti arrivano fino a 94,7 euro. I tassi sui mutui per la casa in Italia stanno aumentando, anche se a un tasso inferiore ai rialzi Bce, ma il fatto che in molti negli scorsi anni abbiano scelto di stipulare quasi solo finanziamenti a tasso fisso dovrebbe “immunizzare” molte famiglie dall’impatto negativo. È quanto emerge dal rapporto mensile dell’Abi, che a ottobre ha evidenziato un tasso medio per le nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni al 2,73%, contro il 2,26% del mese precedente: livelli simili a quelli del 2015 ma ancora ben al di sotto di quelli storici
Costi dei conti correnti in salita
Tuttavia per i clienti delle banche italiane c’è anche un altro tema rilevante: nel 2021 i costi di gestione dei conti correnti sono saliti, arrivando fino a 94,7 euro, principalmente per l’emissione e la gestione delle carte di pagamento e i canoni base. Il ritorno agli sportelli e la maggiore operatività, dopo la crisi Covid, ha fatto crescere anche le spese variabili. Il rialzo inoltre, spiega l’indagine annuale della Banca d’Italia, ha colpito anche i conti online, che hanno visto una grande diffusione durante la pandemia, i quali tuttavia restano ancora molto più convenienti: 24,3 euro, 2,8 euro in più dell’anno precedente.
I tassi per la stipula di un mutuo sono comunque agevolati?
Con la fine dell’era decennale dei tassi zero, i bilanci delle banche stanno tornando a vedere un aumento dei ricavi dai tassi sui finanziamenti. I principali gruppi hanno messo a segno delle trimestrali positive, spinte anche da un’economia che ha tenuto più del previsto. E tuttavia la crisi energetica e le incertezze della guerra in Ucraina dovrebbero far aumentare i crediti non pagati nel corso del 2023. Secondo l’Abi però al momento la qualità del credito resta buona e le sofferenze nette stabili a 16,2 miliardi di euro. Per il vice direttore generale dell’Abi Gianfranco Torriero “negli scorsi 4-5 anni, l'80% dei nuovi mutui era a tasso fisso e anche per questo effetto di “immunizzazione” non ci si attende un importante aumento delle sofferenze, nei prossimi mesi, su questo comparto. “Noi abbiamo visto un duplice aumento dello 0,75%” del tasso dei mutui “nel giro di un anno, e sicuramente la previsione della Bce di ulteriori aumenti, però riteniamo che questi tassi stiano rimanendo ancora piuttosto contenuti perché se noi pensiamo agli anni ‘80 si parlava di doppie cifre, qui parliamo di tassi intorno al 5%”, osserva Gian Battista Baccarini, presidente nazionale della Federazione italiana agenti Immobiliari professionali. Per Baccarini quindi “sono tassi che ancora consentono alla comunità, sia nazionale che internazionale, quindi all’investitore e al cittadino di preferire acquistare un immobile piuttosto che andare in affitto”.
Cosa cambia per le imprese?
Altro discorso è quello delle imprese, specie quelle più colpite dal caro energia. L’Abi (insieme alla Ue, la Bce e la Banca d’Italia) chiede che le misure pubbliche siano più mirate e a sostegno di quei settori a rischio. In particolare le banche chiedono la possibilità di un riscadenzamento del debito oltre che di una modifica delle norme europee che consentano una moratoria. Per il momento comunque i prestiti a famiglie e imprese continuano a crescere (+3,4% a ottobre), mentre i depositi dopo mesi di aumenti ininterrotti hanno subito una frenata, segno che si è raggiunto un tetto. Rimanendo in tema di mutui, dall’1 al 31 dicembre 2022 si sbloccano quelli con fondo di garanzia all'80% per una serie di categorie che vanno dalle giovani coppie ai nuclei monogenitoriali con figli minori, fino ai residenti degli IACP e ai giovani under 36. Mutui a tasso calmierato che si erano di fatto bloccati a causa del collegamento dei tassi applicati dalle banche con il Tegm (tasso effettivo globale medio), pubblicato trimestralmente dal ministero dell’Economia.
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Scritto dal Team Editoriale di Auxilia (GISDATA)